
“La Forma Del Colore”
IGINIO IURILLI
“Installazioni e sculture”
dal 03 Luglio al 31 Ottobre
Castello Carlo V – Monopoli
a cura di Lorenzo Canova
“Pittura – Scultura – Pittura”
dal 10 Luglio al 31 Agosto
Galleria Cattedrale – Conversano
a cura di Carmelo Cipriani
S’intitola “La forma del colore” la personale di Iginio Iurilli, a cura di Lorenzo Canova, allestita nel castello Carlo V di Monopoli dal 3 luglio al 31 ottobre 2021.
Un’iniziativa del Comune di Monopoli, fortemente voluta dagli assessorati alla Cultura e al Turismo, e organizzata da Contempo – Produzioni per l’arte e la cultura contemporanea di Valentina Iacovelli con la collaborazione di Galleria Cattedrale di Conversano, e patrocinata dalla Fondazione Museo Pino Pascali.
È un “Cubo magico” ad accogliere i visitatori della mostra di Iurilli che inaugura il 3 luglio al Castello Carlo V di Monopoli (ore 18.30). Un’istallazione di 3×3 metri con cui interagire e provare a giocare. Una sorta di passaggio “espiatorio” per entrare nella dimensione ludica di questa opera che richiama l’antico gioco della cerbottana. L’istallazione è composta da milioni di coni dipinti con la tecnica dripping a inchiostro colorato. È l’unico elemento pittorico presente nella mostra al Castello di Monopoli dedicata, per la prima volta, esclusivamente alla scultura di Iginio Iurilli.

(Cubo Magico – Iginio Iurilli)
Benvenuti, dunque, a “La forma del colore” dell’artista nativo di Gioia del Colle dedicata alla scultura sperimentale. Iurilli è cresciuto artisticamente come pittore per poi dedicarsi, dalla fine degli anni Settanta all’arte scultorea. La retrospettiva di Monopoli conta 30 opere. Alcuni lavori non sono mai stati esposti in Puglia precedentemente: tra questi “L’ultima cena” presentata nel 2009 a Roma nel complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande. Allestita, in questa occasione, al secondo piano del castello Carlo V di Monopoli “L’ultima cena” si presenta con un tavolo lungo 2 metri con pane nero e piatti, realizzati in terracotta, ognuno dei quali con impressa una lisca di pesce. La riflessione sulla geometria conica che contraddistingue le opere di Iurilli – dopo i coni di carta dell’istallazione “Cubo magico” – la ritroviamo nel grande riccio viola che fuoriesce da una delle pareti del castello. Intitolata “Amedeo o come sbarazzarsene”, l’opera è stata precedentemente esposta alla 54° Biennale di Venezia – padiglione Italia. La linea continua dei coni si fa più morbida e sensuale in sculture come “Grembo”, superfici ricche di labbra che tra rotondità e morbide curvature, sculture che producono spazio per cavarne l’infinito. Nel novero delle opere esposte va segnalata anche la serie “Oggi ho mangiato”, costituita da piatti realizzati in ceramica smaltata.

(Iginio Iurilli)
La seconda parte di questa personale, dal titolo Pittura-Scultura-Pittura, a cura di Carmelo Cipriani, avrà il suo vernissage il 10 luglio a Conversano negli ambienti di Galleria Cattedrale. Un allestimento che ricorda il percorso artistico di Iurilli che parte dalla pittura per approdare alla scultura e ritornare alla pittura. Qui sino al 31 agosto saranno esposte le serie di tempere su carta stropicciata e cartone, polvere di quarzo e pitture ad olio sempre su carta stropicciata.
Iginio Iurilli
Iginio Iurilli nasce a Gioia del Colle, vive e lavora a Capurso (Bari). Negli anni Sessanta si iscrive al corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e ivi si diploma. Nel 1968 assume la cattedra di Ornato disegnato al Liceo Artistico di Bari, successivamente quella di Discipline pittoriche all’Istituto Statale d’Arte. Nei primi anni oltre all’attività pittorica, realizza alcune scenografie per i Teatri Petruzzelli e Piccinni della stessa città. La sua pittura di quegli anni è di stampo figurativo ed evidenzia una spiccata attitudine alle tematiche ecologiche: nascono così quadri su Paesaggi extraurbani degradati dall’incombente presenza di cimiteri d’auto e gomme. Nel 1976, a seguito di una crisi artistica dovuta all’ormai dilagante omologazione di questo genere di pittura e sulla spinta delle Neoavanguardie, inizia una lunga fase di riflessione durata tre anni che lo porterà a prediligere definitivamente la scultura. Inizia così a sperimentare materiali poveri come raspi d’uva, carta, sabbie di deserto, lamiere, legno. Ha esposto in tutta Italia in mostre personali e collettive a carattere nazionale ed Internazionale. Nel 2011 è stato invitato alla 54 edizione della Biennale Internazionale di Venezia (Padiglione Italia-Puglia). Nella stessa ediz. della Biennale di Venezia viene invitato dalla ass. Culturale Eclettica e dal Museo P. Pascali alla mostra collaterale “Pascali ritorno a Venezia sguardo contemporaneo”. Molte sue opere sono esposte in permanenza in diversi Musei in Italia e all’estero oltre che in collezioni private tra cui: Museo Benaki di Atene, Fondazione Pino Pascali di Polignano a mare, La Pinacoteca Provinciale di Bari, Museo di Biella, Museo Must di Lecce. L’arte di Iginio Iurilli conferma l’esistenza di una estrema fragilità immateriale al di sotto della materia. Mentre la curva delle superfici piega l’esterno verso l’interno e mentre lo spazio fisico dimora entro lo spazio simbolico e viceversa, l’opera si mostra nel suo pieno “svolgimento”, immortalando il tempo di una gestazione, di una fioritura, di una marea. Non c’è lavoro che contenga una tensione, uno strappo, una cesura ma sempre una fluida continuità.

(Iginio Iurilli)